Siamo circondati di architettura e design quanto di pornografia solo che a differenza di questa, i primi spesso vengono ignorati. La pornografia viene condivisa in modo inflazionato. L’architettura invece viene annullata dallo sguardo. Oltretutto arte e pornografia sono agli opposti. Allora ho scelto un architetto e designer che amo, come esempio, quale Aldo Rossi e ho creato un’astrazione trasportando le sue opere in un ambiente comune e noto come la spiaggia, ma privo di architetture intese come opere d’arte. Al tempo stesso ho abbinato corpi nudi che vivono quasi di una loro nuova anatomia organica, a volte indefinita, straniante, rinati a partire da immagini pornografiche scaricate dal web o dai file poi stravolti che ricevo involontariamente tramite Whats App in chat di gruppo o addirittura di lavoro. Da immagini “Oscene e unarie”, ho ottenuto immagini semplicemente più sensuali e misteriose. Così il pornografico ottiene una redenzione, l’architettura un riscatto visivo. Tramite un’operazione di ecologia, riequilibrio fotografie che ora hanno come obiettivo il rinnovato stupore tipico del sogno, classificabili in un contesto non solo di Post-Fotografia, ma anche di un’ipotetica Post-Topografia.