di Marco Guidi
Da alcuni giorni mi è arrivato questo oggetto:
Non è un libro di Gerry Johannsson, nonostante insieme a Jager Arèn ne sia stato il curatore.
L’autore delle fotografie è Gunnar Smoliansky, un’eccellente fotografo svedese, meno conosciuto ai più, purtroppo scomparso nel dicembre 2019 all’età di 86 anni.
Le fotografie sono risalenti agli Anni ’80, realizzate e stampate dallo stesso Smoliansky in camera oscura, che si è mosso quasi esclusivamente intorno all’area urbana di Stoccolma.
Le visioni di attimi estatici a livello personale, momenti “Puri” nella vita dell’autore, si materializzano in fotografia, alternandosi tra loro con quasi impercettibili scambi di forme, pesi o sottigliezze formali, mai banali, nell’ambito di ogni pagina, per poi farsi sentire anche successivamente.
La disinvoltura degli accostamenti, la libertà mentale all’interno di una concezione di libro seppur schematica, è una delle cose più interessanti. E’ il diario di attimi di completezza visiva, di sobrietà (anche tonale), eleganza e al tempo stesso, di pienezza esistenziale.
Il formato rivela un’austerità nordica ma con sprazzi ironici qua e là, come se si riuscisse a strappare ogni tanto un sorriso a un uomo burbero. Dinamismi granulosi vanno a nozze con puliti vedutismi di paesaggio, e lirismi urbani che rivelano una bellezza nascosta.
Mi permetto di consigliarlo, anche solo per una qualità di stampa indiscutibile.
Gunnar Smoliansky – Diary