IT WAS A LANDSCAPE LIKE THESE

Il giorno in cui è giunta la notizia dello scoppio della guerra sul suolo Ucraino, una delle prime immagini che sui quotidiani cartacei e sui notiziari web è apparsa, è quella che apre questa sequenza. 

Ciò che è raffigurato è un normale paesaggio (In questa fotografia è il termine corretto) periferico di una città. Possiamo intuire dall’architettura in primo piano che si tratta di un enorme condominio adibito a case popolari. Sappiamo  di essere in Ucraina perchè ci viene indicato dai titoli e dalle didascalie, però tutto sommato potremmo capire che sia un paesaggio del Nord o Est Europa per via dello stile ex-URSS. Ma anche nelle nostre cittadine le case popolari sono costruite in quel modo. Non ho trovato ad una prima osservazione, troppo differenze. 

Poi c’è quel fumo, il fuoco. Bombe ed esplosioni.

Personalmente sono rimasto di stucco. Successivamente sono iniziate a girare le prime immagini di morti e feriti, di edifici sventrati dalle bombe. Quello è stato il compito di reporter coraggiosi, un lavoro che apprezzo tantissimo ma che personalmente non riuscirei mai a fare.  Ciò che mi ha colpito è stato il terribile senso di calma e normalità che questa foto mi ha lasciato. 

Poco prima di quelle esplosioni, di quel fumo…

Quello era un paesaggio come il nostro! Era un paesaggio come questi, come nelle immagini fotografiche che seguono qui sotto. 

Le istantanee che ho realizzato nei giorni successivi con una pellicola a colore da 35mm e una macchina usa e getta, raccontano quel senso di straniamento, il disagio nel pensare a chi vive i momenti poco prima della guerra in quelle zone in totale impotenza, in un paesaggio del tutto simile al nostro, partendo proprio dal paesaggio che mi sta intorno e che ricollego a quella foto. E’stato sia un tentativo di esorcizzare quella paura, ma allo stesso tempo un’osservazione di un paesaggio simile per rendermi conto di quanto siamo fortunati. Ho provato un senso di empatia e allo stesso tempo di paura per un evento che mai prima d’ora ho sentito così vicino a casa.

Ho voluto chiudere poi, con un’idea di speranza.

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