Peperoni, Pere, Mezze Pere e altri presagi dell’Eros

Peperoni, Pere, Mezze Pere e altri presagi dell'Eros

di Marco Guidi

Dai manichini alla frutta, passando per peperoni, conchiglie e rafani, il fotografo è sempre riuscito a trovare delle sue muse, partendo dalla materia vera e propria, per arrivare ad una modellazione simbolica che tende a richiamare il corpo umano, sia da un lato squisitamente poetico, potremmo definirlo “Stilnovistico”, sia da quello profondamente erotico, in cui le forme creano rimandi al corpo femminile e alla sensualità, in un profondo gioco di vivacità visuale capace di attuare una semantica trasversale.
Non è il caso, almeno per me, ad esempio, del dato esplicito e ironicamente “Volgarotto” del lavoro di Stephanie Sarley o del fenomeno para-artistico dell’Unporn, ne’ viceversa dell’austerità e rigidità in seno al concetto di Vanitas, inteso come allusione alla caducità della vita o correttezza formale nell’uso dell’illuminazione, tipica delle nature morte classiche, bensì di raffinatezze, moderne o di sicuro degli ultimi 90 anni, in cui il presagio di qualcosa nella fotografia (Una linea, una forma, un segno, forse in ambito surrealista Man Ray è stato il primo a permettere tutto questo?) che essendo più o meno evidente scatena l’immaginario. Da concezione puramente oggettiva di “Still Life” nella storia dell’arte, per intenderci, quella difesa da Baudrillard e data per morta da Benjamin (per colpa della fotografia poi) che altro non rappresenta se non il referente in sé, ad una natura più viva che mai, sia per il suo essere diacronico all’ interno della medesima storia e in particolare della fotografia, sia per gli stimoli visivi che può risvegliare o attivare, chiamiamole vibrazioni ( La visione di Debray, ad esempio).
La tradizione, verso questo tipo di fotografie, né ha ormai collegato un determinato significato, simbolico, che supera l’immanenza della materia e di conseguenza dell’immagine della materia.
Ma dato che la fotografia è sempre una domanda e (quasi) mai una risposta, allora ci si chiede se il motivo di questa ingerenza (Eros nello Still Life) Sia derivato dall’immaginario creato da una mera spietatezza capitalista, tramite il modello di un’estetica occidentale, o semplicemente (Fortunatamente, se così fosse) dalla nostra fantasia?
E Con il termine “Fantasia” si intende una sorta di gusto dell’Eros, presente nell’uomo, interno, magari contingente alla natura umana questo sì, ma perlomeno non introiettato per colpa di un immaginario sociale imposto d’autorità verso la femminilità.
fotografie:
Edward Weston, Peperone n.30 ,1930
Edward Weston, Rafano Bianco, 1933
Tom Baril, Two and Half Pears, 2002
Giovanni Marasco, Pear #4, 2018 e Pear#2, 2019
Marco Guidi , Pere, 2020

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